martedì 18 dicembre 2007

Adios Italia


Superati dalla Spagna. Che ci guarda dall'alto e ci dice appunto... Adios Italia!! No, non si tratta della ranking FIFA (che farebbe incazzare la stragrande maggioranza degli italiani, purtroppo), ma si tratta della classifica di Eurostat sulla ricchezza pro-capite. La Spagna ci sorpassa e se ne và. La scommessa del premier Zapatero è stata vinta. La notizia si aggiunge al rapporto del NY Times sulla "tristezza" dell'Italia di qualche giorno fà. Insomma, due bei pacchi di Natale. Il times aveva definito gli italiani "tristi ed arrabbiati", il nostro sistema "depresso". Aveva citato pure Beppe Grillo definendole portavoce di questa rabbia con il suo "Reset" gridato in faccia al sistema. Ma a nostra difesa era sceso in campo il nostro amato Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano., definendo l'articolo del Times "pura idiozia". Tornando sul caso Grillo ha poi dichiarato: «Con tutto il rispetto per i modelli che si possono assumere, non è proibito assumere come modello anche un noto comico italiano per capire la politica italiana, anche se mi sembra un po' eccessivo, si dovrebbe parlare anche di come sono cresciute e tengono, nonostante l'euro forte, le esportazioni italiane». Sarà, ma intato l'Eurostat dice che uno spagnolo della mia età, che fa il mio stesso lavoro e che ha la stessa situazione familiare, ha un potere d'acquisto maggiore del mio. Che, sempre secondo Eurostat, è comunque sopra la media europea (già, ma forse la media è "leggermente" abbassata dopo l'allargamento a 25?). Sarà, ma come se non bastasse la Banca mondiale ha stilato giusto ieri una classifica del potere d'acquisto di 146 paesi nel mondo, calcolando Pil, tasso di cambio e inflazione. L'Italia è nona, superata da Russia e India. E ormai anche il Brasile si fa sotto. Caro Presidente, lei potrà continuare a dire che sono tutte idiozie, ma io mi sento realmente "triste ed arrabbiato" e quando leggo queste cose, mi viene voglia di dire solo due parole: Adios Italia.

martedì 11 dicembre 2007

Di nuovo!!


Decameron, il nuovo programma di Daniele Luttazzi è stato censurato da La7 perchè ha "offeso" Berlusconi, Dell'Utri e Giuliano Ferrara. La frase di Luttazzi (udibile e visibile qui) è stata considerata offensiva nei confronti di Ferrara. Ferrara mi offende tutte le volte che appare in televisione. Mi ha offeso quando si è fatto inquadrare mentre lanciava le uova verso la TV. Anche Berlusconi e Dell'Utri mi offendono. Il secondo soprattutto, per motivi ben noti. E' ora di finirla con la politica che si indigna per la satira offensiva. Io mi sento offeso come Italiano tutte le volte che "loro" vanno in parlamento e si insultano, si menano, fanno i cori da stadio, portano gli striscioni. Io mi indigno, provo vergogna ad essere italiano, ma non posso censurarli. Ho solo un'arma: il telecomando. Cambio canale e non li guardo più. Così dovrebbero fare loro e tutti i benpensanti di questo strano Paese. La censura dev'essere fatta dalle coscienze delle persone. Se una cosa mi offende non la guardo. Punto.

Articolo 21 della Costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

mercoledì 28 novembre 2007

E due...


Il tiro al bersaglio della politica continua. Due tiri due centri. Prima lo scippo delle indagini di "Why Not" a De Magistris, ora l'azione disciplinare contro Clementina Forleo per aver richiesto le intercettazioni telefoniche relative al caso Unipol. La magistratuta indaga sui poteri forti e i poteri forti abbattono la magistratura. Questo non è più uno stato di diritto. Io ho votato Prodi. Voglio sapere se Prodi e Mastella sono o meno colpevoli di associazione a delinquere, corruzione, violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, truffa, finanziamento illecito ai partiti. Voglio sapere se D'Alema e Fassino c'entrano o meno nel caso Unipol. Voglio che la magistratura indaghi e mi dica la verità. Lo pretendo. Lo pretendo perchè vi ho votato. Lo pretenderei anche se non vi avessi votato. Quello che mi fa più rabbia è che agli italiani interessa poco e niente. Vanno ai gazebi per Veltroni e per Berlusconi. Quelle intercettazioni le voglio sentire. Agli italiani invece sono interessate di più le conversazioni di Moggi con Bergamo e Pairetto, perchè quelle hanno mandato la Juventus in Serie B. Di D'Alema e Fassino che comprano una banca non frega niente a nessuno.
Intanto Clementina Forleo subirà un'azione disciplinare. Il Procuratore generale di Cassazione dice: "Punire la Forleo". In Italia si punisce un magistrato perchè ha richiesto le conversazioni tra 6 politici che parlano di una scalata ad una banca. La Forleo ha definito tutto ciò "cronaca di un evento annunciato". Lunedi il Consiglio Superiore della Magistratura deciderà sul suo trasferimento. Speriamo non sia un'altra "cronaca di un evento annunciato". Forza Clementina.

lunedì 26 novembre 2007

E' nato!


Il travaglio è terminato, è venuto alla luce il Partito Unico. Dopo 13 anni di Seconda Repubblica, il lento processo di costruzione del "nuovo" soggetto politico si è concluso. No, non è il partito democratico. Non è nemmeno il partito delle libertà o come diavolo si chiamerà. E' il Partito Democratico Delle Libertà fondato da Belusconveltroni. Ce l'hanno fatta. Ora vinceranno le elezioni. Bisogna vedere solo se avranno il ritegno di mettere sulla scheda un solo simbolo o si nasconderanno dietro due simboli diversi. Dovrebbero incontrarsi a breve Berlusconi e Veltroni. O forse si sono già incontrati, non ricordo. Discuteranno di come cambiare la legge elettorale. O forse discuteranno "se" cambiare la legge elettorale. Parleranno di modello francese, tedesco, spagnolo, arabo, turco. E intanto decideranno che l'elettore non avrà la possibilità di scegliersi il candidato. Poi si scambieranno le figurine. La difesa a me, l'interno a te. Le infrastrutture io, la giustizia tu. Celo celo, noncelo. Ma prima o poi litigheranno. Chi lo decide il premier? Tireranno a sorte. Oppure faranno decidere agli alleati. Quelli che ora si "dissociano". An si dissocia. l'UDC si dissocia. La lega si dissocia. La "sinistra estrema" si dissocia (Berlusconi ha addirittura detto che grazie a lui il centrosinistra "si libera" della sinistra estrema). Tutti si dissociano. Ma poi "sposeranno il progetto". Perchè saranno proprio loro le facce stampate sulle figurine di cui sopra.
Auguri e benventuto Partito Unico.

martedì 6 novembre 2007

Ciao...


Se ne vanno, quasi contemporamente, due Grandi. Due Maestri. Uno del Calcio, dentro e fuori dal campo, l'altro del Giornalismo. Quello con la G maiuscola. Se ne va uno dei maestri della zona, uno che 20 anni fà metteva in campo cose di cui oggi, tanti pseudo-opinionisti si riempiono la bocca come se le avessero inventate loro. Se ne va uno che parlava sempre sottovoce, mai una polemica, mai sopra le righe. Uno che sembra lontano anni luce dalle urla, dagli spintoni, dai calci nel culo, dalle invasioni di campo, dalle polemiche, dalle moviole che caratterizzano oggi quello che ERA il gioco più bello del mondo. Se ne va dalle colline del Monferrato, dove si era ritirato per produrre vino, lontano dagli schermi, da fare il professore in televisione. Lui, che il professore avrebbe potuto farlo eccome. Lui che ha vinto in campo e in panchina. Lui che ha vinto dove tutti gli altri hanno fallito.
Se ne vaà poi uno di quelli che hanno raccontato la Storia di questo Paese. Ma la Storia, lui, ha contribuito anche a scriverla. Lui, che l'8 Settembre del '43 per non entrare nella RSI decide di aderire ai movimenti partigiani ed entra a Bologna due anni dopo con le truppe alleate. Uno così, poteva davvero raccontarla la Storia. Se ne va, dopo una breve riapparizione in televisione, quella televisione da cui era stato cacciato perchè parlava male del governo. Si trattò di epurazione. Lo mandarono via dalla RAI, la sua RAI. Quella RAI a cui aveva dato tanto in mezzo secolo di carriera.
Ci mancheranno questi due Maestri, ci mancheranno come ci mancheranno quel calcio e quel modo di fare giornalismo. Dà lassù, forse, uno racconterà ancora la Storia e l'altro inventerà la versione paradisiaca della Zona.
Ciao Niels, Ciao Enzo.

venerdì 26 ottobre 2007

Difetto di Giurisdizione


Mario Lozano, il marine che uccise Nicola Calipari mentre portava a casa Giuliana Sgrena, appena liberata dopo essere stata sequestrata in Iraq, non sarà processato. Difetto di giurisdizione. Lo ha deciso la terza Corte d'Assise di Roma. Ancora una volta la sovranità dello Stato Italiano viene calpestata dal volere degli Stati Uniti d'America. Nessuno voleva un processo sommario, nessuno voleva una gogna mediatica, volevamo solo la verità. Volevano capire perchè l'auto che riporta a casa una giornalista italiana sequestrata in Iraq e un funzionario del Sismi che ha condotto le operazioni di rilascio, finisce sotto il fuoco dell'esercito americano. Questo volevamo. Volevamo sapere se è stato davvero un errore, una fatalità, come sostengono gli USA. Se qualcosa è andato storto nelle comunicazioni. Oppure se Calipari e la Sgrena non dovevano tornare in Italia vivi. Ma non lo sapremo mai. Perchè l'uomo che ha sparato non sarà processato. Come non sapremo mai perchè sono morte 26 persone che volevano solo trascorrere una giornata di vacanza sulle nevi del Chermis. In un post di qualche mese fa parlai della liberazione di Rahmatullah Hanefi, il mediatore Afghano che contribuì alla liberazione di Mastrogiacomo. All'epoca Hanefi e Gino Strada fecero da mediatori con i talebani. La trattativa si concluse con la liberazione del giornalista italiano in cambio di 5 detenuti talebani. Berlusconi e Bush si indignarono. Gettarono merda sul governo, su Emergency, che chiuse l'ospedale di Kabul, su Gino Strada, su Hanefi. Non si tratta con i terroristi, tuonarono. Molto meglio fare un blitz armato e presentarsi ai funerali di Stato di Lorenzo D'Auria, il militare deceduto in Afghanistan. O a quelli di Calipari. Accoglierlo come un eroe mentre la sua bara è avvolta dal tricolore. Oggi l'eroe, parole della vedova di Calipari, è stato ucciso una seconda volta. Oggi però non si indigna nessuno. Berlusconi? Assente. Bush? Assente. Il governo? Assente. Lo Stato? Assente. Sono presenti solo ai funerali. Che questa gente provi vergogna. E non invochi il difetto di giurisdizione.

martedì 23 ottobre 2007

La mail che ho scritto a Levi


Il blog di Beppe Grillo, nel post "La legge Levi-Prodi e la fine della Rete" riporta l'indirizzo e-mail di Ricardo Franco Levi, autore dell'assurda proposta di legge che prevede che chiunque abbia un sito, un blog o simili in Rete, debba registrarlo ad un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, con conseguenti moduli, bolli e, molto probabilmente, pagamenti vari.
Io, ho fatto il mio dovere. Ho scritto a questo signore:

Buongiorno Dottor Levi, Sono possessore di un blog personale che non legge praticamente nessuno, se non mia moglie e 4-5 colleghi. Cosa dovrei fare secondo la sua "fantastica" proposta di legge? Registrarlo al ROC? Ma come fate a partorire delle cose così ridicole? Vi impegnate molto o vi vengono spontanee? Ma poi Levi, mi dica la verità, ma lei, lo sa cos'è un blog? E Prodi lo sa? No, non lo sapete. Siete vecchi. Siete rimasti ai quotidiani di carta. A Bruno Vespa. A Mentana. Ai salotti. Teneteveli i salotti. Non li vuole nessuno. Lasciateci la Rete però. Quella è roba nostra.

venerdì 19 ottobre 2007

Vendofone


Ieri sera, finalmente, ad Annozero (e ti pareva se una volta ne parla Vespa o Mentana...) si è parlato del caso Vodafone. A seguito della cessione di un ramo d'azienda da parte di Vodafone, 914 lavoratori dipendenti (tutti operatori di Call Center) sono stati "venduti" ad una società di nome ComData che, con tutto rispetto, lungi dall'essere il colosso delle telecomunicazioni quale è oggi Vodafone. Dipendenti assunti magari 10 anni fà da un'azienda dal genere, hanno pianificato un certo tipo di vita, acceso mutui, comprato case, costruito famiglie, oggi si trovano a fare i conti con una realtà nuova, emergente, che non ha prospettive certe per il futuro. Addirittura, diceva ieri una lavoratrice, il contratto di vendita parla di cessione a ComData "e le sue controllate". Questo significa che da un giorno con l'altro una persona può passare dall'essere dipendente di una delle più grandi e solide aziende d'europa alla PincoPallino srl, di 8 dipendenti, che può chiudere, fallire, cassaintegrare nel giro di 6 mesi.
Ennesimo frutto del precariato che vive in Italia da anni, figlio della Legge 30, di governi incapaci, di capitalismi senza capitali, di vendite, cessioni, quotazioni in borsa, scalate, ecc... ecc... Sistema che porta persone ad essere state "sicure" a 20 anni e precarie a 40, con mutui da pagare, figli da crescere, case da costruire.

Life is Now.

giovedì 18 ottobre 2007

Lo sapevo...


Lo sapevo che sarebbe finita così. Non poteva finire altrimenti. Era la Storia che lo imponeva. I soldi, dei dirigenti incapaci, non possono cambiare il senso della Storia.
Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Lo so dal 4 dicembre 1994, il giorno di quello che ormai tutti conoscono come "il gol alla fiorentina". Al di là del gesto tecnico, la Storia ha avuto inzio qualche istante dopo. La corsa sfrenata verso quella che da quel momento è diventata la tua Curva. E' iniziato tutto lì. E una Storia che inizia con una corsa del genere non può finire con una porta sbattuta in faccia e una camminata lenta verso l'uscita. No, perchè di quelle corse ce ne sono state tante altre, in 10 100 1000 città del mondo. Ne ricordo a Torino, a Dortmund, a Roma, a Milano, a Tokyo, ad Amsterdam, a Manchester, a Monaco, a Glasgow, a Firenze, a Parma. Ovunque. E ho sentito che non sarà l'ultima firma, quindi è lontana l'ultima corsa. Non pensiamoci oggi. E' finita come doveva finire. Ma io... lo sapevo.

martedì 16 ottobre 2007

TrecentoSessantaCinque






















...sono 365 mattine che mi svegli all'alba...
...sono 365 giorni che mi aspetti quando torno a casa...
...sono 365 notti che non mi fai dormire...
Grazie di tutto questo.

Buon Compleanno Stellina.

Papà

lunedì 15 ottobre 2007

Perchè non ho votato alle primarie del PD...


Ho inaugurato questo blog proprio con un post sul PD. Questo significa che già non ci credevo all'epoca. Eppure avevo sperato tanto nel partito unico. Finalmente un taglio netto con la frammentazione dei partiti che contraddistingue (in negativo) il nostro paese. Finalmente una forza politica in linea con i grandi paesei d'Europa. Finalmente una risposta a chi, dall'altra parte, lamentava e denigrava una cozzaglia di sigle unite più che da un programma dalla voglia di stare in poltrona.
Ma tutto questo non l'ho visto. Ho visto la fusione di DS e Margherita, ho visto una forsennata corsa al posto più alto della segreteria del Partito, ho visto più defezioni che adesioni, non ho visto un programma serio sui temi caldi che interessano il Paese, ho visto che la nascita del PD ha portato alla ricomposizione, con tanto di rispolvero della vecchia sigla... del PSI!!... Ma non erano spariti? O per lo meno, non si chiamavano Forza Italia? Ho visto, al congresso, berlusconi dire che al 95% si sarebbe iscritto anche lui al nuovo soggetto, ho visto delle primarie scontate, e soprattutto NON ho visto Veltroni promettere che una volta eletto segretario del PD si sarebbe dimesso da sindaco di Roma.
E, purtroppo, ho visto i soliti noti cogliere al volo l'occasione per rispondere ai movimenti alternativi come il V-Day, che la politica non è morta, che non c'è disaffezione , ecc... ecc... negando ancora una volta l'importanza di 300.000 persone scese in piazza senza un simbolo di partito, senza una bandiera, solo per manifestare la voglia di cambiare questo Paese. Che tuttosommato ho ancora voglia di scrivere con la "P" maiuscola.
Insomma, ho visto le solite scene della vecchia, sorpassata, politica italiana.
Per tutto questo, ho scelto di non andare a votare le primarie.

mercoledì 10 ottobre 2007

Stop allo sviluppo tecnologico


Mediaset, l'azienda che fa capo all'ex-presidente del consiglio si è palesemente schierata contro lo sviluppo delle tecnologie moderne. Esiste un sito che si chiama vCast ( www.vcast.it ) che permette di puntare un sorta di videoregistratore telematico sui canali in chiaro: basta impostare ora di inizio e fine ed emittente per avere un file con la registrazione desiderata. Un servizio comodissimo a chi magari non ha un videoregistratore oppure si è dimenticato di programmarlo per registrare la trasmissione preferita. Niente di illegale. Il servizio è attivo solo sui canali visibili in chiaro, niente digitale terrestre, niente Sky. E per di più, alla registrazione, impone un'autocertificazione in cui si dichiara di essere in regola con il canone. Ieri sera Mediaset ha diffidato i ragazzi di vCast che per tutelarsi hanno sospeso tutte le registrazioni su Italia1, Canale5, Rete4 e Boing. Mediaset fa capo a berlusconi, l'uomo che in campagna elettorale sbandierava le sue tre "I", tra cui spiccava chiaramente la I di Internet. Oggi si cambia. Internet viene diffidata da Mediaset, non so proprio sulla base di cosa. Mediaset, proprio lei. L'azienda che da anni occupa abusivamente una frequenza che la Corte Europea ha assegnato ad Europa7 e che si ostina a non spedire Rete4 sul satellite. Non c'è veramente più limite alla vergogna.

venerdì 5 ottobre 2007

Senza commenti...


"A me non piace il magistrato etico. Il mestiere puo' creare anche malcontenti". Lo ha detto ad Annozero, intervistato da Sandro Ruotolo, il pm Luigi De Magistris. "Sono sotto ispezione da circa tre anni: questo comporta da un lato la bonta' del lavoro investigativo e processuale che uno sta facendo, lo dico senza voler essere sarcastico, dall'altro significa che io da circa un paio d'anni trascorro il sabato e la domenica a dovermi difendere, e ho perso il conto delle interrogazioni parlamentari sul mio conto". "Ho giurato fedelta' alla Costituzione e l'articolo 3 e' un baluardo - ha aggiunto il magistrato. - Credo di aver subito molte intimidazioni e pressioni proprio dagli ambienti istituzionali".

venerdì 21 settembre 2007

L'Italia tecnologica...


Ormai è ufficiale. Questo paese è tecnologicamente arretrato. E' palese, ma la maggior parte degli italiani proprio non se ne vuole accorgere. Prima forse ci andava un occhio più attento e più esperto per capire che le tecnologie che di giorno in giorno ci venivano propinate erano 10 anni indietro rispetto a quelle degli altri paesi. Oggi invece una delle Aziende di IT più famose del mondo (Apple) sta lanciando il suo ultimo prodotto in giro per l'Europa (iPhone) attirandosi l'interesse di media e utenti. In Italia no. Sui siti e sui giornali italiani il gioiello di Cupertino viene snobbato: non è UMTS, non manda gli MMS. Questi due dei tanti punti contestati all'iPhone. Questa gente non si rende conto che il problema è il paese in cui vivono. L'iPhone non è UMTS e non manda gli MMS semplicemente perchè non ha bisogno di essere UMTS e non ha bisogno di mandare gli MMS. L'iPhone si appoggia a tecnologie che sono superiori all'UMTS e agli MMS. Tecnologie che sono largamente diffuse nei paesi tecnologicamente avanzati, ma vedono l'Italia in "leggera controtendenza". L'iPhone si connette ad internet in Wi-fi. Oggi puoi girare per il centro di Londra, di New York, di Parigi tranquillamente connesso alla Rete grazie ad una serie di hot-spot che offrono la connessione gratuita (viene sponsorizzata dai negozi, dai bar e dai ristoranti...). In Italia questo non succede. Gli hot-spot wi-fi gratuiti si trovano giusto negli aeroporti, negli autogrill e in pochi altri posti. L'iPhone non manda gli MMS, però è in grado di gestire una serie di account e-mail pop/smtp. Se proprio devo mandare una foto a qualcuno, in un paese tecnologicamente avanzato, gli mando una mail ed evito di spendere un euro per un MMS. Tanto, come detto prima, sono connesso anche mentre guardo le vetrine. In giro per il mondo l'iPhone è commercializzato dai gestori telefonici con pacchetti che offrono un tot di minuti di chiamate e la connessione dati flat. In Italia nessun gestore lo fà, chissà come mai. Gli italiani dal canto loro si lamentano perchè l'iPhone non è UMTS e non manda gli MMS. Gli stessi italiani che sono contenti di avere il digitale terrestre, tecnologia inutile in cui il governo ha speso 3 miliardi di euro pubblici per far comprare il box interattivo prodotto dal fratello del premier.
Però siamo i Campioni del Mondo.

mercoledì 19 settembre 2007

I miei 16 euro


In questi giorni si parla tanto di politica e antipolitica. Uno dei circa 1000 che risiedono tra Montecitorio e Palazzo Madama ha definito il sistema politico italiano basato sui partiti "l'unica democrazia che conosce". Sarà. Ma Confindustria (e non il blog di Beppe Grillo) ha pubblicato alcuni dati sui costi della politica in Europa e nel Mondo. Eccoli:

FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI:

  • 1.Italia 200,819 milioni di €
  • 2.USA 152 milioni di €
  • 3.Germania 132 milioni di €
  • 4.Francia 73 milioni di €
  • 5. Spagna 60 milioni di €
  • 6.Regno Unito 9,23 milioni di €

SPESA DI OGNI CITTADINO PER IL MANTENIMENTO DELLE CAMERE:
  • 1. Italia 16,3 €
  • 2.Francia 8,1 €
  • 3.Germania 6,3 €
  • 4.Spagna 2,1 €

STIPENDI DEGLI EUROPARLAMENTARI
  • 1.Italia 150 mila €
  • 2.Austria 105 mila €
  • 3.Germania 84 mila €

Ecco qua, questa è "l'unica democrazia che conoscono"....loro!!

sabato 15 settembre 2007

Autostop


Domenica scorsa il Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella, che se la legislatura finisse oggi sarebbe ricordato solo per aver scarcerato qualche migliaio di detenuti, è stato pizzicato ad usare l'aereo di Stato per recarsi all'autodromo di Monza a vedere il GP di Formula 1. "Ho solo chiesto un passaggio a Rutelli" ha risposto Mister Indulto. Già mi vedo Mastella, cattolicissimo, in cielo, su una nuvola, che fa autostop, e Rutelli che accosta e gli chiede " 'Ndo vai, Clemè?". A parte il fatto che a questo punto dovremmo chiedere a Rutelli a quale evento doveva presenziare, tanto urgente da dover usare il carburante pubblico, ma poi qualcuno può spiegare al Dott.Mastella che un passaggio poteva chiederlo anche all'Alitalia, magari pagando un biglietto? Qualche mese fà ho consegnato un ricorso alla cancelleria di un tribunale, mi è stato chiesto cortesemente di farne una copia in più per i loro archivi perchè loro non avevano carta per le fotocopie. La prossima volta vorrei che il cancelliere andasse direttamente al paddock di Monza a chiedere la carta al Ministro e magari, già che c'è, potrebbe dare un passaggio a casa al povero Clemente, evitando così l'eventualità che possa caricarlo Rutelli con il NOSTRO aereo mentre sta col pollice fuori su una nuvola.

martedì 24 luglio 2007

In un altro paese...


Ieri sera su Rai3 (tanto per cambiare) è andato in onda "In un altro Paese", documentario sulla storia del maxiprocesso di Palermo condotto da Falcone e Borsellino.
Il documentario aveva questo titolo per il motivo che vi racconto. Nel 1987 il maxiprocesso portava a 360 condanne, 19 ergastoli e 2665 anni di carcere totali. Falcone e Borsellino avevano vinto. Ecco il motivo del titolo della trasmissione.
In un altro paese, questi due grandi uomini sarebbero stati innanzitutto elevati ad eroi nazionali e soprattutto messi nelle condizioni di portare a termine il lavoro, estirpare definitavamente il cancro mafioso. Questo in un altro paese. Nel nostro, un giudice ammazza-sentenze cancella in appello decine di condanne su commissione di un politico corrotto (che secondo la mafia non fece un ottimo lavoro e infatti lo giustiziò qualche anno dopo). Nel 1989 solo 60 imputati rimasero dietro le sbarre. Falcone e Borsellino furono lasciati soli, ma nonostante tutto, riuscirono a ribaltare numerose sentenze d'appello e a riportare all'Ucciardone tanti mafiosi scarcerati in secondo grado. Il resto, però, è storia nota a tutti.
Questo è quello che successe nel nostro paese.
Ora voglio fare un bel sogno, voglio immaginare cosa sarebbe successo... in un altro paese.
Su tutti i giornali Falcone e Borsellino furono elevati ad eroi nazionali. Il Presidente della repubblica li ricevette a palazzo e gli consegnò la medaglia d'oro al valor civile. Poi vennero rimandati a Palermo e il pool antimafia riprese a lavorare. L'esercito nazionale di questo altro paese presidiò tutta l'isola in cui risiedevano le cosche mafiose e i due magistrati furono protetti a vista da squadre antiterrorismo. Il lavoro del pool continuò, per i 300 carcerati venne garantito l'ergastolo anche nei successivi gradi di giudizio e soprattutto, il legame tra politica e mafia venne scoperto e interrotto, consegnando alla giustizia i politici corrotti. Dopo tutto questo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono eletti Presidente del Consiglio Superiore della Magistatura e Ministro della Giustizia da un parlamento ripulito definitivamente dalla mafia e dalla corruzione.
Ecco cosa successe
In un altro paese.

lunedì 9 luglio 2007

Quei secondi lunghi una vita...


Erano circa le 23 di una serata di Luglio, Fabio Grosso chiudeva gli occhi e pensava. E con lui pensava tutta l'Italia. Pensava ad Aldo Serena che si fa parare il rigore da Goigoechea a Napoli, a Roby Baggio che calcia nel cielo l'ultimo pallone di Pasadena, a Gigi Di Biagio che stampa sulla traversa l'ultimo rigore di Parigi, al golden gol di Ahn e a Byron Moreno, a quante cose pensava l'Italia. Ma la Storia stavolta doveva cambiare. Fabio Grosso finalmente apre gli occhi, secondi che sono sembrati anni. Solo il fischio dell'arbitro rompe il silenzio di una nazione. Una nazione che ha un sacco di problemi, la disoccupazione, il caro-euro, la mafia, l'inquinamento e migliaia di altre cose che la dovrebbero tenere lontana dal calcio. Ma non si può. O per lo meno non si può in quel momento. Fischia l'arbitro. E Fabio Grosso assume le sembianze di Mario Rossi, di Luca Bianchi, del signore al piano di sotto, del panettiere, dell'operaio, dell'avvocato, del meccanico, della cassiera dell'esselunga, dell'impiegato del comune, del postino, del sindaco, del barista che domani mattina ti farà il caffè. E questa moltitudine di esseri reincarnata in Fabio Grosso inizia a correre e fissa il pallone. Lo raggiunge. E calcia forte. Gli occhi ora sono spalancati abbastanza da vedere che la traiettoria è buona e che Fabian Barthez sta volando tutto da un'altra parte. Dai pallone, ancora pochi metri e poi puoi fare quello che vuoi della tua vita. Ma per questi pochi metri comportati bene. Obbedisce il pallone. E gonfia la rete di uno stadio di Berlino. Il silenzio si rompe. Aldo Serena, Roby Baggio e Gigi Di Biagio sono vendicati. La Storia ha fatto il suo corso. Campioni del Mondo. Campioni del Mondo. Campioni del Mondo. Campioni del Mondo.
Si può uscire ora, il tricolore può essere sventolato. Marco Tardelli ha smesso di correre e urlare dopo 24 anni. Riposa Pertini e il suo "ora non ci prendono più" sussurrato al Re di Spagna. Smettono di correre anche Pablito Rossi e Bruno Conti. Ora possono tutti stare tranquilli nell'olimpo. Ci sono uomini nuovi ora che corrono, speriamo, che non lo debbano fare anche loro per altri 24 anni.

martedì 26 giugno 2007

Firma!


Abbiamo una grande possibilità. Possibilità che ci viene data direttamente dall'articolo 75 della Costituzione: "E' indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali."
Il referendum ci dà la possibilità di cambiare la "porcata" di legge elettorale (così la definì Calderoli mentre la firmava) che ha portato il Parlamento (e il paese) nella situazione disastrata in cui si trova oggi. Se saranno raccolte le firme saremo sottoposti a 3 quesiti: premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera, premio di maggioranza alla lista più votata al Senato, abrogazione delle candidature multiple. Con i primi due quesiti viene abrogato il collegamento tra liste e di conseguenza la lista che ottiene più voti, ottiene il premio di maggioranza. L'effetto politico di questo sistema è che i partiti dovranno dichiararsi "uniti" prima delle elezioni in quanto presentandosi frammentati, ma "virtualmente" collegati, non potrebbero godere tutti del premio di maggioranza. Questo porta ad eliminare la frammentazione dei partiti in parlamento e le risse per la rivendicazione delle quote all'interno delle coalizioni. Sulla scheda apparirà un solo simbolo, una sola lista ed un solo nome per ciascuna coalizione che si candidi ad avere il premio di maggioranza. L'Italia virerebbe sostanzialmente verso una situazione bipartitica come tutte le grandi democrazie europee. Come secondo effetto verrebbero innalzate anche le quote di sbarramento per la rappresentanza in Parlamento, dall'attuale 4% in entrambe le Camere, al 4% e all'8% rispettivamente per Camera e Senato, con una conseguente diminuzione del numero di partiti.
Il terzo quesito propone di abrogare le candidature multiple. Oggi ci si può candidare in più circoscrizioni (anche tutte!), il candidato plurieletto poi, sceglie la circoscrizione in cui considerarsi "vincitore" e nelle altre viene eletto il primo dei "non eletti" della sua lista. Attualmente in Italia, 1/3 dei parlamentari è eletto con questo sistema! Con l'abrogazione invece in ogni circoscrizione viene eletto solo e soltanto che riceve più voti.
Per ogni altra informazione segnalo il sito www.referendumelettorale.org dal quale si possono avere tutte le informazioni necessarie per poter firmare. C'è tempo fino al 24 luglio, servono 500 mila firme, nel primo mese ne sono state raccolte 150 mila, non facciamoci sfuggire quest'occasione. Firmiamo.

mercoledì 20 giugno 2007

Libero!


Rahamatullah Hanefi è stato liberato dopo 3 mesi di prigionia. Hanefi, insieme a Gino Strada, aveva fatto, all'epoca del caso Mastrogiacomo, quello che doveva fare il Ministero degli Esteri: trattare. Un Italiano era stato rapito dai talebani. I talebani ponevano delle condizioni. Nessuno trattava. Ha trattato Emergency. Hanno trattato Gino Strada e Rahamatullah Hanefi. Risultato: Mastrogiacomo libero in cambio di alcuni prigionieri talebani, Hanefi accusato di collaborazionismo con i talebani, Emergency che decide di chiudere l'ospedale in Afghanistan, Berlusconi e gli USA che si indignano perchè l'Italia ha trattato coi talebani. La soluzione berluscon-americana sarebbe stata un'altra: nessuna trattativa e l'uccisione di Mastrogiacomo. Poi le bandiere, i funerali di Stato, le medaglie al valor civile. Questa la soluzione degli indignati. Già, perchè c'è da vergognarsi ad aver scambiato un italiano con 5 talebani, mentre c'è da andare fieri a non aver richiesto l'estradizione, almeno per inziare un processo, di un americano che ha ammazzato un Italiano mentre riportava a casa un'altra Italiana. C'è da vergognarsi ad aver scambiato 5 talebani per un Italiano. Mentre c'è da andare fieri per non aver chiesto di processare chi mentre giocava a fare i top gun, nel nostro cielo, demoliva una funivia facendo 26 vittime sulle nevi del Chermis. Di questo c'è da andare fieri.
Le trattative oggi non le fanno i governi. I governi mettono le bandiere e piangono ai funerali di stato. E etichettano come fiancheggiatore dei terroristi chi i funerali di stato cerca di evitarli. 10 100 100 Hanefi.
Bentornato!

martedì 5 giugno 2007

Ambarabacicciccoccò



Non che a me piaccia definire i cantanti come dei profeti, stamattina però mi è capitata all'orecchio questa canzone, scritta da Vasco nel 1978. Io in quell'anno nascevo. La generazione prima di me invece viveva quelle situazioni, quelle sensazioni e sicuramente se si fosse fermata a pensare come sarebbe stato il mondo 29 anni dopo, di sicuro, mai e poi mai avrebbe pensato che quel testo sarebbe stato ancora valido.
E mentre tu continui ad invecchiare
con i giovani di oggi che non riesci più a capire
che se ne fregano persino del tuo impegno sindacale
e cantano "Dio salvi la regina, fascista e borghese"
Niente di nuovo vero? Al G8 è pieno di ragazzini con le maglie di Che Guevara convinti che quello stampato sulla loro T-Shirt sia Bob Marley e nelle città è pieno di teste rasate inneggianti al duce che però appena la vena della ronda passa, si fermano al parchetto a rollarsi una canna. Un po' confusi?
Ma intanto tu continui ad invecchiare
sempre convinto che gli anni migliori debbano ancora venire
e che le leggi sopra il concordato si possono abrogare
e intanto Marta è andata ad iscrivere la bambina dalle Orsoline
Le leggi sopra il concordato sono ancora lì, Marta continua a versare l'otto per mille, lo Stato toglie l'ICI sulle proprietà della Chiesa Cattolica e la TV di Stato impiega mesi e mesi a trasmettere Sex Crimes and Vatican (che comunque circola in rete da una vita)...insomma gli anni migliori devono ancora venire?
E intanto tu continui ad invecchiare cordialmente
sì cordialmente
con la pacca sulle spalle del tuo bravo direttore
che la pensa come te sopra i problemi di politica generale
c'è solo un piccolo accento diverso per quello che riguarda
la gravità del problema della disoccupazione: suo figlio ha un
impiego statale e il tuo non trova da lavorare

Consiglio un libro, si chiama "Schiavi Moderni", è stato scritto da Beppe Grillo ed è scaricabile gratuitamente da http://grillorama.beppegrillo.it/schiavimoderni. Il buon beppe ha raccolto 400 lettere di precari e le ha pubblicate. Insomma situazioni figlie della legge Biagi, che nella mente del Vasco di turno, 29 anni dopo si sarebbero risolte grazie al passo successivo del testo.
Ma tu continua pure ad invecchiare, convinto, sì convinto
convinto che il partito è l'unica soluzione
ma che rivoluzione e rivoluzione
è ormai banale quella
la lotta oggi va condotta col partito all'interno delle strutture
perché il partito ti può aiutare
perché il partito ti può garantire
perché il partito è una conquista sociale
perché il partito è un'istituzione
ma che rivoluzione e rivoluzione, riforme ci vogliono, riforme
sanitarie, agrarie, tributarie, fiscale, sociale

Il partito è l'unica soluzione. Almeno 30 anni fà si poteva scegliere e schierarsi. DC, PCI, MSI almeno per fare una prima scrematura. E oggi? Oggi centrosinistra, ma correntone o cattolico? Oppure centrodestra, ma nazionalista o federalista? Oppure scegli quello che di aiuta e ti garantisce, come diceva Vasco? E la rivoluzione? Ma và, roba da 68. Oggi servono le riforme. Le riforme evocate da Vasco, quelle agrarie, tributarie, fiscali e sociali. Peccato che quelli che dovevano fare "quelle" riforme, oggi si stanno "battendo" per fare "le stesse" riforme. Stessa gente, stesse riforme, un'equazione. Il nostro Presidente ha 84 anni, il nostro ministro della giustizia ha festeggiato 30 anni di politica e quindi, con calma, sono pronti ad attuare le riforme. Non ci sarà mica fretta. Poi ci sono le nuove riforme, quelle tecnologiche ad esempio. Quelle però le hanno fatte: il SIC di Gasparri è stata una grande riforma, per Berlusconi. E il digitale terrestre una vera e propria rivoluzione tecnologica, sempre per Berlusconi.
Il testo si conclude nel migliore dei modi, con un passo che è più attuale di tutto il resto della canzone, con il coro che và cantato a chi ancora oggi crede nel partito, nelle riforme, nel posto fisso, nella rivoluzione.... la canzone finisce così...
SCEMO, SCEMO, SCEMO...


lunedì 21 maggio 2007

E' finita!


Ora è finita davvero. Tanti dicevano che era finita ancor prima di iniziare. Altri sostenavano che era finita strada facendo. Ma solo sabato è finita davvero. E allora il pensiero corre obbligatoriamente a quando è cominciata. Era sabato, un sabato di fine estate, era sabato 9 Settembre 2006. Ironia della sorte, con il clima ancora particolarmente estivo, tutto iniziava a Rimini. Erano ormai mesi, che si mormorava, insinuava, prediceva, che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, ma solo quel pomeriggio torrido ci rendemmo conto che era tutto vero. Dalle prime intercettazioni, dai primi titoloni di certa stampa, dalle prime dichiarazioni era passato del tempo, c'era stata di mezzo la magica notte di Berlino e forse ci eravamo dimenticati della nostra realtà. Ma quel 9 Settembre 2006 tornammo sulla terra, sulla terra di Rimini. Sembrava impossibile. Troppo vicine nel tempo erano le sfide al Camp Nou, al Bernabeu, all'Old Trafford, a San Siro, all'Olimpico, la sigla della Champions Leauge ancora ci tormentava, la festa di Bari era ancora lì davanti a tutti. Tutto finito. Ora eravamo a Rimini e poi saremmo andati a Crotone, ad Albinoleffe, Mantova. Segnò Matteo Paro e anche quello ci suonò strano. Gli anni passati le partite difficili le risolveva Emerson, campione del mondo, Nedved, pallone d'oro, Trezeguet, tanto per cambiare, Del Piero, eterna bandiera. Quel giorno risolse un ragazzino di poco più di vent'anni. Risolse per modo di dire. Perchè in altri tempi, mai e poi mai andati in vantaggio avremmo mancato la vittoria. Ma quella era serie A. Davanti avevamo Shevcenko, Adriano, Kakà, gente con la quale non puoi abbasare la guardia. Il problema è che la guardia non puoi abbassarla con nessuno, nemmeno con tal Adrian Ricchiuti che prontamente ci faceva conoscere la realtà della Serie B. Oggi è lontana Rimini, meno lontane sono le cause che ci hanno portato a vivere quest'annata tanto strana. Noi abbiamo pagato, come era giusto che fosse, degli altri non si sa più nulla. Le squadre indagate erano 4, una tra tre giorni si giocherà la finale di Champions League, delle altre due non abbiamo ancora capito se erano vittime o carnefici. Ma basta polemizzare, non ha più senso. Qualcuno ha vinto senza di noi e sono sicuro che non sente la vittoria allo stesso modo. Ora si torna a casa, si torna nel posto che ci compete, nel posto dove siamo sempre stati e dove dobbiamo rimanere per sempre. Lo dice la Storia, la Nostra Storia, che poi è la Storia del calcio italiano e internazionale. Fa caldo oggi, sembra quasi estate, ma quanto sei lontana Rimini. E' finita!

lunedì 7 maggio 2007

Lezione di Stile


Che noi siamo i Campioni del Mondo e i francesi i secondi classificati è un dato di fatto. E ciò mi fa particolarmente godere ancora. Ieri sera però, alle 20,05 i vicecampioni ci hanno dato una lezione di stile, se non a noi poveri cittadini almeno ai nostri deputati e senatori. Ieri sera, subito dopo gli exit-poll che decretavano la vittoria di Sarkozy, la candidata sconfitta Ségolène Royal è apparsa in video sorridente ringraziando coloro che l'avevano sostenuta e facendo i complimenti al vincitore. Sarkozy, dal canto suo, salito sul palco a godersi il trionfo ha voluto salutare per primi gli elettori della Royal nonostante i fischi del suo pubblico, dichiarando che sarà il Presidente di tutti i francesi. Nel frattempo ad Arcore stavano ancora ricontando le schede bianche a più di un anno dalle elezioni e milioni di italiani si chiedevano come mai da noi un exit-poll che dava 5 punti di vantaggio ad una coalizione sia stato poi smentito dalla reale conta dei voti. Gli italiani sono burloni, la Doxa non è capace di fare gli exit-poll o forse Deaglio non è poi un pazzo visionario? Quel che resta è la lezione di stile. Per tutti. Da parte di tutti. I nostri politici dovrebbero imparare dai francesi, se non a vincere, almeno a perdere. Ma si tratta "solo" di politica e di governo del Paese. Perchè la finale che conta, a Berlino, l'abbiamo vinta noi.

venerdì 4 maggio 2007

Numero 10


Ha parlato il Numero 10. Ha parlato Alessandro Del Piero. Finalmente. Ha parlato quello che non parlava mai, quello che non ha parlato quando marciva in panchina, quando gli si diceva che era sul viale del tramonto, quando lo si accusava di doping e quando si insinuava sulla sua vita privata solo perchè era l'unico di un certo mondo che non frequentava il privè dell'Hollywood in compagnia della velina di turno. E allora se ha parlato addirittura lui, significa che proprio non se ne poteva più. Ha risposto a chi in passato si era dimostrato un (eterno) cattivo perdente e che oggi si dimostra un pessimo (casuale?) vincente. Ha risposto a chi continua a parlare di calcio pulito e scudetto degli onesti. Sono due personaggi. Il primo ha vinto due scudetti in 20 anni di carriera da giocatore. Uno, il secondo, al termine di una strepitosa rimonta sulla Juve... peccato che suo compagno di squadra fosse Juan Sebastian Veron, argentino di nascita al quale era stato regalato un passaporto italiano "ottenuto" grazie ad alcuni pseudononni calabresi. Tanto dovrebbe bastare per la revoca dello scudetto e l'assegnazione alla seconda classificata? Il secondo personaggio ha fatto di meglio. Molto meglio. Ha speso per 15 anni una cifra che forse è pari al PIL dell'Africa intera, ha perso scudetti già vinti (Dio benedica il 5 maggio 2002), in Europa è stato eliminato dai più grandi club europei, Lugano, Helsinborg, Villareal, Valencia ecc. e quindi un bel giorno si è ritrovato con un buco di bilancio più grande di quello dell'ozono. A quel punto si è avvalso della consulenza dei più grandi economisti del mondo (se stesso in primis e l'uomo che ha distrutto TelecomItalia poi) e grazie alla vendita del marchio Inter, all'acquisto di due brocchi a prezzo di purosangue e a qualche fidejussione falsa è comunque riuscito ad iscriversi al campionato. Il resto (le intercettazioni, la FIGC commissariata da un suo vecchio compagno di scuola, le penalizzazioni, l'eliminazione dei diretti avversari) è storia arcinota. Oggi hanno vinto questi due. E allora risponde Alessandro Del Piero. Quello che non parlava mai. Risponde facendo loro i complimenti per la vittoria sul campo, ma ricordando che le guerre si vincono quando si schiera l'esercito avversario, non combattendo da soli. E soprattuto ricordando che solo chi è davvero onesto può giudicare un colpevole. Anche perchè il colpevole ha pagato, anzi, sta ancora pagando, mentre il finto onesto oggi festeggia una vittoria. O presunta tale. Questo ha detto Alessandro Del Piero. E se ha parlato lui, allora, proprio non se ne poteva più.

lunedì 30 aprile 2007

PrimoMaggioDuemilasette



Domani è il Primo maggio. Di nuovo. Se tralsciamo le fumose origini americane di questa festa e la soppressione durante il ventennio fascista, quella di domani sarà la sessantaduesima ricorrenza della Festa dei Lavoratori. Ma vale ancora le pena di chiamarla così? Cos'è oggi il primo maggio? La data del più grande concerto dell'anno o il culmine della catena di "ponti" che è iniziata a Pasqua e ha mobilitato milioni di persone tra esodi e controesodi? O l'esposizione in bella mostra delle "nostre" tre sigle sindacali? Dopodomani sarà il 2 maggio e fino al prossimo 30 aprile tutto scomparirà di nuovo, mascherato dai dati ISTAT sull'occupazione e sul PIL. Rimaranno solo alcune cose di poco conto dopo il sessantaduesimo primo maggio, rimarranno...
  • i disoccupati
  • i co.co.co.
  • i co.co.pro.
  • gli interinali
  • i somministrati
  • i call center
  • le donne senza maternità pagata
  • gli specializzandi senza futuro
  • la vergogna della legge Biagi
  • il job sharing
  • i contratti a termine di 8 ore
  • la Cina
  • i morti sul lavoro
  • i mobbizzati
...e se qualcuno vuole continuare è ben accetto.

Ma non sarà il caso di parlarne subito, c'è un anno di tempo per prepare i discorsi e parlarne nel giorno del primo maggio numero 63.

venerdì 27 aprile 2007

Pd



E' nato il Partito Democratico. Dopo anni di trattative, di rinvii, di alleanze, di divorzi più o meno credibili è nata la nuova creatura di centrosinistra (di centro o di sinistra?). L'intenzione era (ormai il passato è d'obbligo) di creare una forza stile Labour inglese che sarebbe stata contrapposta dalla versione italica dei Tory. Ma finirà così? Ho visto Berlusconi dire che la sua coalizione deve prendere spunto dal Pd e creare il PP e dire che al 95% a questo Pd si iscriverebbe anche lui. Poi ho visto Bossi andare da Prodi e Prodi dire che era un incontro chiesto da tempo dal leader (ex?) del carroccio. La mini-relazione del premier su questo dibattito dice che si è parlato di siccità, di legge elettorale e di federalismo fiscale e che c'è stata una convergenza di vedute. Che convergenza possono aver avuto uno che è stato Presidente della Commissione Europea e uno che l'Europa manco la riconosce ed è ansioso di ricostruire il Gran Ducato di Mantova? E in cosa consiste quel 95% di possibilità che porterebbe Berlusconi ad iscriversi al Pd? Forse perchè nel programma c'è scritto che non si farà mai la legge sul conflitto d'interessi? Forse perchè c'è scritto che nessuno impedirà al Signor B. di entrare nella grande abbuffata Telecom? O perchè qualcuno ha giurato e spergiurato che Rete4 rimarrà in chiaro vita natural durante in barba alle sentenze della Corte Europea e ai miliardi investiti da Europa7? Avanti di questo passo avremo la vita semplificata: alle prossime elezioni non avremo da scegliere tra due o più coalizioni, tra quasi 50 partiti, non dovremo aspettare exit-poll e proiezioni, proclami e riconteggi...tanto il simbolo sulla scheda sarà soltanto uno.