venerdì 4 maggio 2007

Numero 10


Ha parlato il Numero 10. Ha parlato Alessandro Del Piero. Finalmente. Ha parlato quello che non parlava mai, quello che non ha parlato quando marciva in panchina, quando gli si diceva che era sul viale del tramonto, quando lo si accusava di doping e quando si insinuava sulla sua vita privata solo perchè era l'unico di un certo mondo che non frequentava il privè dell'Hollywood in compagnia della velina di turno. E allora se ha parlato addirittura lui, significa che proprio non se ne poteva più. Ha risposto a chi in passato si era dimostrato un (eterno) cattivo perdente e che oggi si dimostra un pessimo (casuale?) vincente. Ha risposto a chi continua a parlare di calcio pulito e scudetto degli onesti. Sono due personaggi. Il primo ha vinto due scudetti in 20 anni di carriera da giocatore. Uno, il secondo, al termine di una strepitosa rimonta sulla Juve... peccato che suo compagno di squadra fosse Juan Sebastian Veron, argentino di nascita al quale era stato regalato un passaporto italiano "ottenuto" grazie ad alcuni pseudononni calabresi. Tanto dovrebbe bastare per la revoca dello scudetto e l'assegnazione alla seconda classificata? Il secondo personaggio ha fatto di meglio. Molto meglio. Ha speso per 15 anni una cifra che forse è pari al PIL dell'Africa intera, ha perso scudetti già vinti (Dio benedica il 5 maggio 2002), in Europa è stato eliminato dai più grandi club europei, Lugano, Helsinborg, Villareal, Valencia ecc. e quindi un bel giorno si è ritrovato con un buco di bilancio più grande di quello dell'ozono. A quel punto si è avvalso della consulenza dei più grandi economisti del mondo (se stesso in primis e l'uomo che ha distrutto TelecomItalia poi) e grazie alla vendita del marchio Inter, all'acquisto di due brocchi a prezzo di purosangue e a qualche fidejussione falsa è comunque riuscito ad iscriversi al campionato. Il resto (le intercettazioni, la FIGC commissariata da un suo vecchio compagno di scuola, le penalizzazioni, l'eliminazione dei diretti avversari) è storia arcinota. Oggi hanno vinto questi due. E allora risponde Alessandro Del Piero. Quello che non parlava mai. Risponde facendo loro i complimenti per la vittoria sul campo, ma ricordando che le guerre si vincono quando si schiera l'esercito avversario, non combattendo da soli. E soprattuto ricordando che solo chi è davvero onesto può giudicare un colpevole. Anche perchè il colpevole ha pagato, anzi, sta ancora pagando, mentre il finto onesto oggi festeggia una vittoria. O presunta tale. Questo ha detto Alessandro Del Piero. E se ha parlato lui, allora, proprio non se ne poteva più.

Nessun commento: