martedì 29 gennaio 2008

Quella notte...


Era la notte del 10 aprile. Il pomeriggio era volato via presto, troppo presto. I primi exit-poll prospettavano una vittoria storica. 4, 5, 7, 10 punti percentuali. Maggioranza larga che permette la costruzione di un governo forte che mai sarà tenuto in scacco dai capricci di qualcuno. Poi i numeri si andavano via via snocciolando, la famosa "forbice" si restringeva sempre di più. Non pareva nemmeno possibile. Va bene la "burloneria" degli italiani di fronte agli exit-poll, ma sbagliare di 7 punti è qualcosa di impensabile. E così, con lo champagne rimesso in fresco in fretta e furia era arrivata la notte. Ricordo lo zapping frenetico davanti ad un quattordici pollici. Mentana, Vespa, Fede. No Fede no. Fede era davvero troppo. E' stata forse una delle notti più confuse della politica italiana. Ad un certo punto c'erano due vincitori e nessun vinto. La torta era divisa perfettamente a metà alla Camera, un pugno di voti avrebbe deciso il premio di maggioranza. Al Senato stava andando ancora peggio. Il premio di maggioranza su base regionale prospettava una vittoria (da una parte o dall'altra) di un paio di Senatori, addirittura divennero decisivi i voti degli italiani all'estero. Poi con la Camera "assegnata" al centrosinistra per soli ventiquattromila voti e con il Senato che invece era momentaneamente al centrodestra (in vantaggio di un Senatore, ma senza contare i voti degli italiani all'estero), Vannino Chiti, l'addetto stampa della segreteria dei Democratici di Sinistra annuncia una dichiarazione di Piero Fassino. Quelli, sono secondi che ho davanti come se li stessi vivendo ora. Giacca grigia, volto che non traspare emozioni, accento torinese: "Sulla base dei dati a noi pervenuti, dichiariamo che il Centrosinistra ha vinto le elezioni". Stop. Scajola gridò al golpe (esagerato) mentre in Piazza Santi Apostoli scoppiò la festa. Prodi salì sul TIR giallo e la "Canzone Popolare" risuonò nel cielo di Roma. Ricordo i brividi di quel momento. E' fatta Professore. Li abbiamo mandati a casa. E il Senato? Mi rispondo: va bene che i politici italiani non sono degli scienziati, ma se uno fa una dichiarazione del genere è perchè è consapevole che il voto degli italiani all'estero è favorevole. Era notte fonda ormai, ma nessuno voleva riconoscere la sconfitta. Finalmente schiacciai il tasto rosso del telecomando. Buona notte. Certo nessuno immaginava cosa sarebbe successo i giorni a venire. Proclami di brogli. Riconteggi. Richieste di governo di larghe intese (il famoso modello tedesco). Ma il Professore tirò dritto per la sua strada. Ma già dai primi vagiti di quel governo tutta Italia capì quale sarebbe stata la sorte dell'esecutivo: vivere con i ricatti di uno e dell'altro, pena la mancanza di maggioranza. Certo io ci speravo in questo governo. Mi autoconvinsi della maturità dei nostri Parlamentari. Ma, ahimè, qualche giorno dopo... L'elezione del Presidente del Senato, i "pizzini" con il nome di Francesco Marini (anzichè Franco), le mille votazioni per l'elezione del Capo dello Stato. Poi la presentazione della squadra di Governo. Di Pietro senza Ministero della Giustizia che invece viene assegnato a Mastella. Ecco qua Professore, la frittata è fatta. Da quel momento ho smesso di crederci. E infatti arrivò l'indulto, arrivarono le indagini tolte a De Magistiris e Clementina Forleo, arrivarono le azioni disciplinari del CSM contro questi magistrati che non si piegano al volere della politica. E allora non vale più la pena di crederci. Di sperare che sia la volta buona, di veder ripartire un paese allo sbando. Dove non c'è più certezza, non c'è più legalità, non c'è rispetto per l'ambiente, non c'è tecnologia. Ecco, quella notte speravo che il governo avesse parlato di queste cose. Di ambiente, di legalità, di certezza della pena, di lavoro, di tecnologia. Oggi scompare tutto quello che avevo sognato quella notte. Vedo gli assurdi trionfalismi "dell'altra parte", sento parlare di mettere a posto ciò che il centrosinistra ha sfasciato, come se "loro" non fossero stati al governo per cinque lunghi anni. Vedo la solita condanna di scegliere sempre il meno peggio. Ora non so cosa accadrà. Forse ci sarà il governo ponte, il cambio della legge elettorale. Di sicuro prima o poi ci sarà una nuova campagna elettorale, nuovi sondaggi, nuovi exit-poll e una nuova lunga notte. Ma ormai, a meno di miracoli, non esisteranno più i sogni di "Quella Notte".

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